La sardegna paga la scarsa capacità imprenditoriale e una inadeguata capacità a pianificare da parte delle amministrazioni
Il Sardo non promuove il patrimonio della sua isola, quasi a volerne nascondere, per tutela, la sua ricchezza ai turisti che si trovano a soggiornare nell’isola;
Questi comportamenti, sono stati letti come giustificazione a conservarne la bellezza selvaggia .
Per ciò che mi concerne, non è accettabile in una società com’è quella attuale, pensare di ricondurre il turismo ai soli tre mesi della stagione estiva; condizione per la quale i giovani sono costretti a cercare lavoro altrove.
Concepire il turismo 12 mesi all’anno, consentirebbe di recuperare la ricca storia di cui la sardegna vanta in termini di cultura, intesa come tramite di un passato che ha tanto da raccontare e del quale restano siti e luoghi a conferma di tradizioni e personaggi.
Per rafforzare questa idea di come la sardegna potrebbe promuoversi, nel mondo, riferisco alcuni aneddoti, di mie esperienze, come quello vissuto qualche giorno fa; uno, riguarda l’asinara, l’isola nell’isola e l’altro, il cuore della sardegna.
L’ASINARA
La prima, l’isola nell’isola “La meravigliosa Asinara”, ha una storia plurimillenaria raccontata da pochi, perché non divulgata e al di là delle sue meravigliose coste, giustamente oggi protette; a chi la visita oggi, non è offerto molto su ciò che riguarda la sua storia, su ciò che grazie alla sua posizione strategica nel mediterraneo, ha fatto si che l’uomo vi si insediasse, fin dalla preistoria, come testimoniano le presenti domus de janas.
Sull’isola abbiamo presenze di tracce risalenti al neolitico e grazie alla ricchezza di insenature e approdi sicuri, è sempre stata frequentata da popoli del mare, che ci hanno lasciato importanti tracce del loro passaggio; un’altra pagina importante che riguarda sempre l’Asinara, risale alla prima guerra mondiale, c’è un ossario, in cui il governo austriaco e la diocesi di Sassari fecero trasferire negli anni ’30 i resti dei caduti che erano stati sepolti nelle fosse comuni, a differenza di quel che si è fatto per la colonia penale e il carcere, chiuso intorno agli anni 80, non c’è un museo che documenti quella pagina di storia, che pure meriterebbe di essere considerata come “una lezione sulla follia della guerra”.
Attualmente l’isola è un parco naturalistico, ma è difficile catalogarla come tale, infatti per chi approda all’Asinara, si presenta uno scenario, che poco ha a che fare con un parco naturalistico…., abbiamo ancora la presenza di fabbricati ridotti a rudere e non protetti, dei quali non è descritta la “storia”, gli animali presenti nell’isola non sembrano in salute e tutt’intorno si respira un’aria di desolante abbandono, “un’Oasi naturalistica“, non può essere aperta al pubblico, se non viene dotata di giusti servizi per l’accoglienza, la conoscenza e conseguente rispetto dei luoghi.
CALA SISINE
E ancora spostandoci verso le coste nella zona di Baunei, centro della Sardegna, troviamo una meravigliosa spiaggia protetta, “Cala Sisine”, sicuramente ad alto valore ambientalistico, alla quale è possibile accedere solo mediante una camminata di circa 30 minuti, dove in contrasto a due passi dal mare, troviamo un punto ristoro alimentato con gruppo elettrogeno ad alto impatto e sulla quale spiaggia, attraccano ad intervalli di circa mezz’ora, delle imbarcazioni che scaricano sulla spiaggia, centinaia di turisti, arrivando a solcare la battigia con la prua della barca; questo a mio avviso non corrisponde al rispetto della Natura.
Le Istituzioni dovrebbero spendere delle finanze per organizzare dei sistemi di fruizione delle spiagge, funzionali, a impatto zero, peraltro esistenti già nel territorio Nazionale, non possiamo continuare a bearci delle nostre bellezze naturali e non fare niente per proteggerle e renderle fruibili nel rispetto vero della Natura….
L’ARTE IN SARDEGNA …
Lo scorso weekend sono andata in visita a Ulassai, che ha dato i natali ad una famosa artista Sarda di nome Maria Lai, le cui opere sono in giro per il mondo e in questi giorni non sono presenti nel museo; il museo però era regolarmente aperto e richiedeva un biglietto di ingresso; questa è una pesante leggerezza nei confronti del turista visitatore, ma soprattutto, nei confronti dell’artista….,
Sarebbe meraviglioso richiamare l’attenzione dei responsabili della Gestione del Patrimonio artistico culturale ambientalistico e archeologico della Sardegna !,
perchè ritengo che in Sardegna non manchino, nè le professionalità, nè le idee e nè le capacità progettuali, per intercettare i copiosi fondi che la Comunità Europea mette a disposizione per la valorizzazione, tutela e recupero del patrimonio culturale e ambientalistico di ogni paese.
Sandra Scanu
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