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Il progetto come libertà di pensiero

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emissioni CO2 e cambiamenti climatici

STIAMO VIVENDO PRESERVANDO LA QUALITA’ DELLA NOSTRA VITA ?

ALGHERO SABATO 13 NOVEMBRE
  1. MEDITIAMO SUL NOSTRO STILE CONSUMISTICO
FACCIAMO LAVORARE IL CORPO RIDUCENDO LE COMODITA’

IMPEGNAMOCI NEL RICICLARE TUTTO ELIMINANDO TUTTO CIO’ CHE NON E’ SANO

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Quali sono i momenti più belli della pratica della Architettura ?

...qual’è la fonte di ispirazione per un’ idea in Architettura ?

…riuscire a combinare gli oggetti che hai davanti agli occhi, fino a creare una composizione che rispecchi l’idea progettuale…

Ogni ispirazione è differente, ma un filo conduttore lega il mio modo di operare…trovare una soluzione progettuale con la velocità di un tempo di posa, che non è velocità, ma cogliere lo scatto perfetto dell’ambiente, nella sua forma migliore.

Cosa intende per riuscire a combinare gli oggetti davanti agli occhi?

Il progetto è una creazione di un volume e qualsiasi oggetto davanti a noi è tale;

durante la composizione progettuale, ho davanti agli occhi degli oggetti di dimensioni assai ridotte, rispetto alle dimensioni di un ambiente che devo progettare.., e allora che faccio ? , ne aumento il volume fino a raggiungere quello che meglio si presta alla soluzione che sto studiando.

Se guardiamo intorno a noi, all’ aperto o al chiuso, può capitare di notare degli oggetti disposti secondo un ordine gradevole, i più disparati, dei panni stesi al sole, le ombre che la nostra sagoma disegna nell’asfalto o dei libri con delle penne poggiati su un tavolo, tutti possono essere immaginati come volumi da ingrandire fino ad ottenere una dimensione utile e funzionale per lo spazio che ci troviamo a progettare.

Progettare è dare volume ad un disegno armonico e gradevole, che già esiste.

Nel caso di una ristrutturazione di un ambiente, il cui contenitore esiste già, si tratterà di disporre i nostri oggetti in armonia col disegno iniziale…

Perchè è sempre più difficile vedere delle belle soluzioni progettuali ?

Forse la causa è da riscontare in una sorta di “pigrizia progettuale” che il mondo dell’architettura sta attraversando, alla ricerca di una progettazione che lasci l’impronta comunque nella città, trascurando il più delle volte il concetto di Armonia

E’ vero che Gaudì, nella ristrutturazione della casa Battlò, sconvolse completamente il suo disegno iniziale, imponendosi con linee curve e completamente differenti da quello che era il disegno iniziale della palazzina, ma l’armonia della composizione progettuale, ha fatto si che la sua ristrutturazione, diventasse un “trait d’union” fra i due attigui edifici esistenti.

Di quale Architetto del passato avrebbe voluto indossare i panni?

Di tanti Architetti del passato, di quelli che curavano la realizzazione dell’opera, tanto quanto la progettazione…, una realizzazione architettonica è una creatura che va seguita passo per passo.

…ancora una manciata di giorni e si ritorna a Scuola

…in questi giorni il tema caldo è il rientro a scuola e la maggior parte dei sistemi informativi, evidenzia la necessità del ritorno in presenza….

…ma siamo realmente pronti a ripartire ?

Abbandoniamo qualsiasi tipo di critica sterile e lasciamo il passo, alla voglia di fare Scuola.

La DAD, ha cambiato il modo di insegnare, ma sopratutto ha reso ancor più obsolete le nostre strutture scolastiche, anche se alcuni insegnanti soffrono lo stress del non poter effettuare le verifiche in presenza e ritengono la lezione a distanza una sorta di perdita di tempo…

Perchè non immaginare la scuola come un luogo di incontro dove gli studenti si interfacciano con i docenti, anche attraverso la loro ricerca ?

La soglia d’attenzione durante le lezioni frontali è sempre più bassa, poco più di mezz’ora, perchè non mettere in pratica le capacità dei singoli alunni, impegnandoli nell’attività di ricerca ? Si evidenzierebbero così le singole peculiarità e si spronerebbero nelle loro individualità.

Metodi educativi tipo quello “Montessoriano”, sarebbero capaci di sviluppare negli alunni, non solo le abilità cognitive, ma sopratutto personali e sociali, oltrettutto sempre più richieste in ambito lavorativo.

Se si vuole attuare una rivoluzione metodologico-didattica, occorrerà agire per un cambiamento delle scuole secondarie superiori, in luoghi in cui i futuri cittadini possano integrarsi nel contesto sociale, senza difficoltà; i futuri diplomati sarebbero dotati non solo di un sapere, che è e sarà alla base di tutto, ma anche di quella “intelligenza intuitiva”, richiesta dal mercato del lavoro, in continua evoluzione.

Nel Piano del Consiglio europeo, si afferma, che è “necessario aumentare l’attrattività della professione di docente e rivalorizzarla “; questo aspetto però entra in contrasto con una realtà oggettiva, che è quella dell’invecchiamento del corpo docente.

Forse ci si potrebbe avvelere della grande risorsa, in termini di professionalità, dei docenti Senior, che di supporto a quelli junior, potrebbero coniugare i modi di lavorare, riportando attraverso l’esperienza e l’innovazione, la scuola al passo coi tempi.

E come risolvere lo Spazio Scuola ?

Nella prospettiva che la pandemia si risolva organizzando gli ambienti scolastici in dipartimenti, nei quali curare gli arredi secondo il settore di specializzazione, si consentirebbe una più adeguata fruizione degli spazi della scuola.

Prima della chiusura del primo lockdown, la mia Scuola ha sperimentato questo metodo di lavoro e gli alunni hanno dimostrato di avere una elevata capacità autogestionale, evidenziando inoltre il bisogno di cambiare fisicamente lo spazio fisico di apprendimento, durante la mattina di lavoro.

PROGETTO DI UNO SPAZIO ESTERNO

Il progetto è stato realizzato in località Torralba ( Sassari)

Consiste nella progettazione di uno spazio esterno di una casa indipendente.

Lo spazio esterno era scollegato funzionalmente, non era fruibile e presentandosi chiuso sui tre lati, era di difficile vivibilità, sopratutto durante la stagione estiva .

…il mio Triciclo ” SPACCA !”

quando vuoi dare una nuova vita ad un piatto di un giradischi “Pioneer”

“…era un caldo giovedì d’Agosto…, nella mia testa frullava l’idea che nella casetta degli attrezzi trovava rifugio un piatto dismesso di un giradischi Pioneer…, ogni volta che aprivo la porta della casetta, brillava appoggiato ad uno sgabbello chiedendomi: ” cosa farai di me ? “. “

Era arrivato il giorno; il caldo intenso non invitava ad andare al mare, ma a cercare rifugio dentro casa, al riparo dalla calura estiva e così armata degli stretti arnesi a disposizione, alla rinfusa afferro dalla casetta degli attrezzi, diversi oggetti che avrebbero potuto creare una costruzione intorno al mio piatto ” Pioneer “…:

  • quattro aste piatte di metallo legate fra loro
  • un bastone di legno circolare
  • altre aste di legno varie
  • viti
  • bulloni e quanto riesco ad afferrare nel fondo della mia magica scatola degli attrezzi

Inizio ad assemblare i pezzi …

ECCO A VOI…….

La Sardegna : “la perla del Mediterraneo “

La sardegna paga la scarsa capacità imprenditoriale e una inadeguata capacità a pianificare da parte delle amministrazioni

Il Sardo non promuove il patrimonio della sua isola, quasi a volerne nascondere, per tutela, la sua ricchezza ai turisti che si trovano a soggiornare nell’isola;

Questi comportamenti, sono stati letti come giustificazione a conservarne la bellezza selvaggia .

Per ciò che mi concerne, non è accettabile in una società com’è quella attuale, pensare di ricondurre il turismo ai soli tre mesi della stagione estiva; condizione per la quale i giovani sono costretti a cercare lavoro altrove.

Concepire il turismo 12 mesi all’anno, consentirebbe di recuperare la ricca storia di cui la sardegna vanta in termini di cultura, intesa come tramite di un passato che ha tanto da raccontare e del quale restano siti e luoghi a conferma di tradizioni e personaggi.

Per rafforzare questa idea di come la sardegna potrebbe promuoversi, nel mondo, riferisco alcuni aneddoti, di mie esperienze, come quello vissuto qualche giorno fa; uno, riguarda l’asinara, l’isola nell’isola e l’altro, il cuore della sardegna.

L’ASINARA

La prima, l’isola nell’isola “La meravigliosa Asinara”, ha una storia plurimillenaria raccontata da pochi, perché non divulgata e al di là delle sue meravigliose coste, giustamente oggi protette; a chi la visita oggi, non è offerto molto su ciò che riguarda la sua storia, su ciò che grazie alla sua posizione strategica nel mediterraneo, ha fatto si che l’uomo vi si insediasse,  fin dalla preistoria, come testimoniano le presenti domus de janas.

Sull’isola abbiamo presenze di tracce risalenti al neolitico e grazie alla ricchezza di insenature e approdi sicuri, è sempre stata frequentata da popoli del mare, che ci hanno lasciato importanti tracce del loro passaggio; un’altra pagina importante  che riguarda sempre l’Asinara, risale alla  prima guerra mondiale, c’è un ossario, in cui il governo austriaco e la diocesi di Sassari fecero trasferire negli anni ’30 i resti dei caduti che erano stati sepolti nelle fosse comuni, a differenza di quel che si è fatto per la colonia penale e il carcere, chiuso intorno agli anni 80, non c’è un museo che documenti quella pagina di storia, che pure meriterebbe di essere considerata come “una lezione sulla follia della guerra”.

Attualmente l’isola è un parco naturalistico, ma è difficile catalogarla come tale, infatti per chi approda all’Asinara, si presenta uno scenario, che poco ha a che fare con un parco naturalistico…., abbiamo ancora la presenza di fabbricati ridotti a rudere e non protetti, dei quali non è descritta la “storia”, gli animali presenti nell’isola non sembrano in salute e tutt’intorno si respira un’aria di desolante abbandono, “un’Oasi naturalistica“, non può essere aperta al pubblico, se non viene dotata di giusti servizi per l’accoglienza, la conoscenza e conseguente rispetto dei luoghi.

CALA SISINE

E ancora spostandoci verso le coste nella zona di Baunei, centro della Sardegna, troviamo una meravigliosa spiaggia protetta, “Cala Sisine”, sicuramente ad alto valore ambientalistico, alla quale è possibile accedere solo mediante una camminata di circa 30 minuti,  dove in contrasto a due passi dal mare, troviamo un punto ristoro alimentato con gruppo elettrogeno ad alto impatto e sulla quale spiaggia, attraccano ad intervalli di circa mezz’ora, delle imbarcazioni che scaricano sulla spiaggia, centinaia di turisti, arrivando a solcare la battigia con la prua della barca; questo a mio avviso non corrisponde al rispetto della Natura.

Le Istituzioni dovrebbero spendere delle finanze per organizzare dei sistemi di fruizione delle spiagge, funzionali, a impatto zero, peraltro esistenti già nel territorio Nazionale, non possiamo continuare a bearci delle nostre bellezze naturali e non fare niente per proteggerle e renderle fruibili nel rispetto vero della Natura….

L’ARTE IN SARDEGNA …

Lo scorso weekend sono andata in visita a Ulassai, che ha dato i natali ad una famosa artista Sarda di nome Maria Lai, le cui opere sono in giro per il mondo e in questi giorni non sono presenti nel museo; il museo però era regolarmente aperto e richiedeva un biglietto di ingresso; questa è una pesante leggerezza nei confronti del turista visitatore, ma soprattutto, nei confronti dell’artista….,

Sarebbe meraviglioso richiamare l’attenzione dei responsabili della Gestione del Patrimonio artistico culturale ambientalistico   e archeologico della Sardegna !,

perchè ritengo che in Sardegna non manchino, nè le professionalità, nè le idee e nè le capacità progettuali, per intercettare i copiosi fondi che la Comunità Europea mette a disposizione per la valorizzazione, tutela e recupero del patrimonio culturale e ambientalistico di ogni paese.

Sandra Scanu

Installazioni ambientali

…le tre del pomeriggio, attorno a me la vita, l’acqua sulla riva, sembra che suoni in sordina per favorire il sonno……dei bambini giocano suli scogli armati di retino, li osservo, mentre in lontananza delle barche si abbandonano alla pennichella pomeridiana…

…raccolgo dei residui di una vecchia copertura di canne, strappata dal vento e dei sassi che mi circondano e li compongo fino a creare delle forme che incorniciano alcuni scorci della meraviglia davanti ai miei occhi..

Questo è il risultato…

… a volte dei piccoli oggetti, hanno per noi una grande importanza.

un piccolo giocattolo, un ninnolo gelosamente conservato dentro un cassetto, che quando apriamo, ci riporta alla mente dei ricordi lontani…non abbiamo mai pensato di esporlo, non trovando il modo per giustificarne la sua presenza su una mensola o su un mobile…

…ma lui è li e quando capita di inconrarlo con lo sguardo, quando rovistiamo dentro il cassetto, riappare…, allora perchè non portarlo alla luce rendendogli il giusto omaggio ?

Curiosando in una casetta che funge da ripostiglio, dentro una scatola polverosa, ho ritrovato un modellino di una moto a me molto cara quando ero bambina….,giocai tanto con lei, fino a quando la ruota di davanti col manubrio, non si staccò dal resto della moto……un pò ammaccata e scheggiata nella sua vernice, ha sempre riporattao alla mia mente, la gioia dei momenti di gioco e allora oggi ho pensato…

Perchè non mettere in luce la gioia che questo modellino conserva immutata nel tempo ?

…trovo nel terrazzo un pezzo di legno rettangolare ….

UN BARATTOLO DI STUCCO…

Spalmo sualla tavoletta di legno una quantità generosa di stucco, fino a coprire completamente il lato…

…e delicatamente adagio la mia moto sullo stucco, come se fosse una nuvola, unendo le due parti staccate e restituendo all’oggetto la sua originaria bellezza…

il Mare, è la nostra guida…

…amo il rumore della risacca e il suo senso di libertà… mi perdo nel suo celeste e penso che nessuno sia in grado di resistere al suo fascino…

…vivo su un’isola favolosa,”la Sardegna”, i profumi delle macchia mediterranea che il vento sparge nell’aria, riescono a cancellare tutte le paure e il profumo della salsedine è pura magia …

in riva al mare ti sembra di parlare con Dio e sotto la sabbia è sepolto il mistero della vita…,un giorno molto grigio di febbraio, pioveva a dirotto e faceva un gran freddo, con un gruppo di persone, guidate da una chamana, siamo andate in una spiaggia nelle vicinanze di Alghero e una volta arrivati, ci siamo levate le scarpe e abbiamo affondato i piedi nella sabbia bagnata e fredda….

…abbiamo chiuso gli occhi cercando di percepire coi piedi il calore della terra…, non è stato immediato , ma nel giro di poche decine di minuti i nostri piedi si sono riscaldati fino a sentire quasi irressitibilmente calda la sabbia, quasi come in una giornata di sole…

La Sardegna è una terra antichissima e le rocce su cui la sabbia di alcune spiagge si adagia,  risalgono a 570 milioni di anni fa…